Matthew Gray Gubler ha un grande senso dell’umorismo, e in parte ha il fascino di Spencer Reid, il genio delle investigazioni che interpreta in “Criminal Minds” la serie televisiva su una squadra di profiler che cercano di prevedere le mosse dei serial killer.
I temi affrontati da “Criminal Minds” sono molto duri. Lei non subisce questa atmosfera cupa presente nelle storie?Sì, soprattutto in alcuni episodi. Però poi penso che non si debba vedere solo il lato oscuro di questo mondo, e in particolare mi riferisco a persone come Jim Clemente, un vero FBI-Profiler che conserva nel portafogli tutte le foto delle persone che ha salvato.
Perchè il pubblico è affascinato da queste vicende di violenza?Parlo per me. Io sono affascinato da ciò che spaventa, così come lo erano un tempo gli uomini che dipingevano gli animali feroci sulle pareti delle caverne per esorcizzare la paura. Le persone amano conoscere ciò che evitano.
Ogni volta che sente una notizia di cronaca nera relativa a omicidi, stupri, per il ruolo che ha pensa di saperne di più della gente comune?Io ne sono convinto, ma fondamentalmente è una sensazione data dal fatto che sono un profiler in “Criminal Minds”. La vita là fuori è più difficile.
Ma quando lascia il set la sera, si porta a casa qualcosa di queste terribili storie?Per fortuna ho la capacità di accendere e spegnere l’interruttore con facilità. Con una serie come “Criminal Minds” se non lo facessi non so cosa mi accadrebbe. Fra l’altro in generale sono un po’ paranoico ed è accaduto qualche volte che un episodio mi rimanesse in testa a lungo.
Però sembra identificarsi bene con il suo personaggio?Mi sembra un bel complimento, perchè se devo essere sincero io mi vedo più nella parte di Shemar Moore, Derek Morgan…
di Mattia Nicoletti da MetroFonte - CriminalMindsItalia
